• LA RICREAZIONE È FINITA – DARIO FERRARI

✎ contro i “baroni” dell’accademica italiana ma con ironia, sarcasmo e qualche risatina sotto i baffi



Ecco un libro che non mi ero accorta fosse uscito. Solita solfa del “i bookqualcosa fanno vedere sempre gli stessi libri” che in parte è veritiera, perché questo romanzo non è stato proprio considerato e invece, mi stavo perdendo una delle più belle letture dell’anno. Tutto merito della 12 Challenge e di chi mi ha consigliato, tra i miei follower, di leggerlo.

La ricreazione è finita è il secondo romanzo di Dario Ferrari e ha tutte le carte in regola per essere definito un piccolo gioiellino della letteratura di questi ultimi anni. No, non sto esagerando o ingrandendo la cosa: è vero! Il libro parla della vita di Marcello, un over 30 che crede, cone molti over 30, di essere ancora un adolescente e da adolescente tende a comportarsi. Viene incluso in un dottorato di ricerca in Lettere all’università di Pisa per un colpo di fortuna — ma sarà la verità? — sotto la supervisione del grande cattedratico Prof. di italianistica Sacrosanti — detto il “Chiarissimo” — che lo reputa un perdente e gli dà il compito di scrivere un saggio su uno scrittore minore di Viareggio (città di Marcello), tale Tito Sella, che in primis è stato un militante delle BR condannato all’ergastolo.

Qui c’è del disincanto. Tanto. Ci sono tutte quante le contraddizioni di un’Italietta che vive il presente immersa nel passato, pensandosi già in un futuro che risulta invero molto traballante e incerto seppur spacciato come “grandeur”. Ferrari usa un’ ironia tagliente, con una lingua a volte un po’ troppo ostica a dire il vero, per prendere in giro i mammasantissima del potere accademico, i cosiddetti “baroni” che all’interno delle istituzioni universitarie la fanno da padroni. Attraverso gli occhi e i racconti di Marcello, assistiamo a giochi di potere, ripicche, odi e amori in quella che sembra, alla fine, una grande soap opera del post prandiale italiano alla Beautiful.

“La ricreazione è finita” è un romanzo che posso definire multilivello — anche abbastanza complesso —  dove con un feroce sarcasmo l’autore toglie l’aura di sacralitá intoccabile del mondo universitario mentre il suo alter ego Marcello vive, postumo, un incontro con gli anni di piombo e con la figura di Sella in un romanzo quasi di formazione politica in ritardo sui tempi. O almeno di formazione alla vita adulta e consapevole.

Conclusioni

Non è sicuramente un libro semplice da leggere per il suo stile perfetto ma lievemente ostico e per l’intreccio importante, ma posso affermare che sia tra i migliori letti fino ad oggi nel 2024.

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