• BOOK OF ACCIDENTS – CHUCK WENDIG

✎ un horror che mi ha tenuta con il fiato sospeso per quasi 500 pagine



Chi mi segue da un po’ sa bene che io e gli horror non andiamo granché d’accordo. Diciamo che è un annusarsi a vicenda e poi rinunciare per non incappare in libri bruttini o che non sono nelle mie corde. Ma quest’anno ho deciso che uscirò dalle mie convinzioni, dalla mia comfort zone e così, memore della scrittura bellissima di Chuck Wendig (ho letto e amato la prima parte de “I vagabondi” pubblicato sempre da Fanucci, che ringrazio anche per l’invio del libro) mi sono detta: «Perché non provare?». Il fatto che ne abbia sentito parlare bene nei vari profili mi ha dato la spinta finale alla lettura.

Oliver è un ragazzo di sedici anni, molto empatico che ha grossi problemi di inserimento. Nate, poliziotto di città, riceve in eredità dall’odiato padre morente la villa in mezzo alla foresta dove ha sempre abitato. Maddie, la madre è un’artista affermata. Un giorno spinti da un problema scolastico di Olly, decidono di andare a vivere in campagna, proprio in quella casa che porta brutti ricordi per Nate. E qui, da subito iniziano a succedere cose inspiegabili: oggetti che prendono vita, persone morte che camminano, persone che appaiono e scompaiono. Cosa sta succedendo?

Affascinante e spaventoso.
Ecco come descriverei questo romanzo. Lo incasello nel genere horror, ma ha anche al suo interno thriller e fantasy. Una lettura che mi ha mandato buone vibrazioni fin dalle prime pagine, la tensione che saliva di capitolo in capitolo, la scoperta di cosa stia succedendo in quel paesino di provincia e la sorpresa di capire che c’è anche un filo di distopia che entra prepotente tra le righe.

I personaggi del libro, tutti, sono descritti e tratteggiati perfettamente dal punto di vista psicologico in primis, ognuno con innumerevoli sfaccettature. L’eterna lotta tra il bene e il male che però, non sono sempre bianco e nero, ma sono dotati spesso di sfumature più o meno marcate: buoni che fanno cose azzardate, cattivi che sono cattivi e cattivi che lo sono per qualche motivo riconducibile al loro vissuto. Qui la famiglia è centrale, sia nel bene che nel male e i vari dolori dei personaggi sono parte integrante della storia.

Una cosa che mi è piaciuta moltissimo è l’aver inserito nella storia, attraverso Oliver, il tema del bullismo, mostrandone le azioni e scavando nelle cause. Per questo motivo e nel fatto che la parte horror non è mai estremizzata, il libro può essere definito anche come un romanzo di formazione, badando comunque a qualche TW (violenza fisica e verbale).

Leggendo i ringraziamenti (lo faccio, sì) ho scoperto che questo romanzo, scritto anni fa, era giudicato dall’autore non buono ma che alla terza stesura ha finalmente rivelato il suo potenziale. E che potenziale!
Grazie Chuck per non aver deciso di buttare via questo manoscritto e di averlo potuto leggere.

Conclusioni

Ritmo, azione, sentimenti, vita vera: secondi me amerete questo romanzo, un vero page turner del genere horror. Consigliato al 100%.

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