• UN DETTAGLIO MINORE – ADANIA SHIBLI

✎ il gen0cidi0 dei palestinesi non è cominciato il 7 ottobre 2023!



Con l’avvicinarsi dei 9 mesi di aggressione perpetrata da Isrslæle nei confronti di Gazæ ho deciso di leggere questo romanzo storico scritto da Adania Shibli, che è stato escluso, visto il tema trattato, da grosse fiere internazionali in questi mesi dopo, appunto, l’attacco terroristico di Hãmäs ai danni di Isræle del 7 ottobre 2023 e il conseguente attacco dello stesso alla Striscia di Gazæ che sta sempre più prendendo la via del gen0cidi⁰ (con almeno 45mila tra mørti e diapersi, in maggior parte donne e bambini).

La prima parte narra di un comandante dell’esercito isræliano, nell’agosto del 1949, che mentre si trova nei territori occupati dell’Egitto in missione di ricongnizione con il suo contingente, viene morso da (verosimilmente) da un ragno e inizia a stare male, non solo fisicamente. Durante un’uscita in ricognizione trovano, dentro un’oasi, dei beduini e dopo un conflitto a fuoco che uccide tutti gli uomini, prende in ostaggio una giovane ragazza. Dopo aver  deciso per non consegnarla e tenerla al campo, dopo che parecchi militari si sono “divertiti” con lei, decide di portarla in mezzo al deserto del Negev e ucciderla a sangue freddo.

La data, il 13 agosto 1949, lega le due donne co-protagoniste di questa storia. Una  è palestinese, nata lo stesso giorno in cui l’adolescente beduina viene uccisa ma a distanza di venticinque anni che, nella seconda parte del libro  avvierà un’indagine per ricostruire quel crimine. Cosa che non la lascerà indifferente.
La struttura del racconto si scompone quindi in due parti ben distinte, dove il presente si intreccia con il passato.

Una cosa che mi ha messo molta ansia mentre leggevo il romanzo sono stati i continui riferimenti ai latrati dei cani che ululano, ringhiano, guaiscono. E vengono lasciati in pace, almeno loro, a rimarcare quanto i soldati si0nisti tenessero in conto i palestinesi, cioè meno di zero.

Conclusioni

Perché leggere “Un dettaglio minore”? Perché pur non usando nomi e cognomi l’autrice ha fatto capire bene quanto in quel martoriato territorio è incisa la storia della Palestina e del suo fiero popolo che non si è mai arreso alla prevaricazione isræliana nella storia.
Una storia scritta con il sangue di milioni di morti.

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